Spazioprever lezioni in rete - I.I.S. "A. Prever" Pinerolo
Questo libro non parla delle vicende di un singolo protagonista ma narra la storia di un’intera cittadina:
“Il ponte sulla Drina” è un romanzo storico ambientato a Visegrad, una cittadina bosniaca ai confini con
la Serbia, tra il quindicesimo e il ventesimo secolo.
In questo libro si ripercorre la storia della
comunità di Visegrad, dalla costruzione del ponte fino alla sua parziale distruzione: ma questa comunità
non era composta da una sola etnia, bensì da cristiani ortodossi, da turchi e da ebrei.
È principalmente della convivenza fra etnie e religioni diverse che narra il libro: spesso rivali tra di loro, tutte le volte che s’incontrano sulla “porta” del ponte esse diventano una cosa sola, si fondono, abbandonando le precedenti rivalità.
Nel corso dei secoli si succedono molti fatti storici importanti, per i Balcani e per l’Europa; tutti i
gruppi etnici di Visegrad sono interessati da essi e vivono momenti alterni di fortuna e di disgrazia che
mettono a dura prova la loro convivenza civile.
Ed è qui che il
ponte di Visegrad entra in scena:
il ponte è un bene prezioso e non appartiene a nessuna delle tre etnie in particolare, bensì a tutte,
è il simbolo dell’unità in mezzo alle diversità; quando accadono eventi in cui esso è implicato, la
comunità diviene unica e riesce a far fronte a tutte le avversità in modo unitario.
Un esempio per tutti è la famosa alluvione del 1799, quando la Drina straripa inondando tutta Visegrad e producendo danni incalcolabili; l’unica cosa a restare in piedi è il ponte, a simboleggiare che l’unione fa la forza: la comunità, lentamente, riesce a ricostruire la cittadina, lasciando da parte ogni pregiudizio etnico.
La vita riprende e i Visegradesi tornano a sedersi sulla porta della città. Ma con il benessere ritornano
anche i pregiudizi: si succedono periodi favorevoli all’una e all’altra etnia e periodi in cui vengono
praticate esecuzioni giornaliere sul ponte.
Nonostante tutto ciò, la “porta” del ponte restava aperta e anche il suo potere di riunire le etnie non
veniva intaccato.
Così, alla fine del libro, quando il ponte verrà semi-distrutto, la perdita colpirà tutti e tre i gruppi razziali perché la distruzione del ponte simboleggerà la perdita dell’unico collegamento tra i vari popoli presenti nei Balcani.
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