Spazioprever lezioni in rete - I.I.S. "A. Prever" Pinerolo

 

Gabriele D’Annunzio (1863-1938)

 

Gabriele D'Annunzio Gabriele D'Annunzio

Alcyone (1904)

La raccolta, composta da 88 poesie articolate in capitoli e sottosezioni, venne scritta da D’Annunzio durante la sua relazione con l’attrice di teatro Eleonora Duse (1858-1924), con la quale, tra il 1899 e il 1903, egli conviveva. Le tematiche di questa raccolta poetica, la terza delle Laudi del cielo, della terra, del mare e degli eroi, ha diversi modelli: D’Annunzio guarda a Verlaine e al Simbolismo, per la ricerca continuativa del bel suono poetico, per la musicalità del verso (sovente egli si libera dai lacci della metrica classica e adotta il verso libero, un verso che può essere di lunghezza molto variabile); guarda a Nietsche per la concezione del Superuomo (colui il quale ha il potere di trasformare la Natura e trasformarsi in Natura, di estrarre da essa energie spirituali e vitali per potersi ergere sugli altri, uomo superiore a tutto e a tutti, senza regole morali da seguire se non le proprie); guarda alla produzione laudistica e stilnovista del Duecento italiano (ad esempio a San Francesco d’Assisi), dalla quale estrae l’idea di purezza delle origini, il lessico molto curato e prezioso, ricco di latinismi e vocaboli rari).

Di solito, in Alcyone si sottolinea il Panismo, un atteggiamento tipico del poeta che, come il Dio greco Pan che significa tutto), si fa tutto in ogni cosa, diventa acqua, diventa pianta, diventa cielo: il suo corpo e la sua mente si confondono con la Natura. Titolare di un linguaggio e di un lessico altissimi, ricercatissimi, il poeta può ricreare il mondo, superando la condizione mortale degli esseri viventi e rendendolo un semi dio. Dal punto di vista delle figure retoriche, Alcyone contiene molte delle invenzioni pascoliane (sinestesie, onomatopee), oltre a metafore, analogie, allitterazioni, rimalmezzo; a causa della sua lingua, colta, aulica, piena di latinismi e grecismi, in onore alle divinità dei boschi, Alcyone diventerà il “vocabolario” dell’avanguardia poetica italiana del periodo 1910-1940. Tutti coloro i quali lo imiteranno o, come Gozzano e Montale, prenderanno le distanze da lui, non potranno fare a meno di utilizzare molti dei termini, neologismi o no, che D’Annunzio utilizza in questa raccolta poetica.

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