Spazioprever lezioni in rete - I.I.S. "A. Prever" Pinerolo

 

Giornata della memoria 2012

 

Primo Levi e Jean Samuel (“Pikolo”), un’amicizia nell’inferno di Auschwitz

Auschwitz:

inquadramento storico

La costruzione dei campi di concentramento nazisti venne iniziata nel 1933, non appena Hitler prese il potere in Germania. Il campo di concentramento di Auschwitz, cittadina a 60 km a sud ovest di Cracovia e importante nodo ferroviario, venne inizialmente eretto all’interno di quella che era stata una caserma dell’esercito polacco a partire dal 1940.

Primi abitanti del campo furono trenta criminali comuni di nazionalità tedesca, scelti direttamente dal responsabile del campo, Rudolf Hess, perché costituissero il primo nucleo di sorveglianti. Il 14 giugno 1940 giunsero a Auschwitz i primi 728 prigionieri politici polacchi.

Dove si trova il campo di Auschwitz?

Cartina d'Europa dei campi di concentramento Cartina d'Europa dei campi di concentramento

A partire dal 1942, il Lager di Auschwitz iniziò ad ospitare prigionieri ebrei, in un numero purtroppo soltanto stimabile e non quantificabile con esattezza:

  • 438.000 dall’Ungheria
  • 300.000 dalla Polonia
  • 69.000 dalla Francia
  • 55.000 dalla Grecia
  • 46.000 da Boemia e Moldovia
  • 27.000 dalla Slovacchia
  • 25.000 dal Belgio
  • 23.000 dalla Germania
  • 17.000 da Iugoslavia e Italia

Auschwitz I

L'ingresso del campo di Auschwitz L'ingresso del campo di Auschwitz

Il questo campo di concentramento, ricavato da una ex caserma dell’esercito polacco, vi era un solo piccolo forno crematorio, mal funzionante, ricavato in un magazzino adiacente il giardino in cui giocavano i figli del responsabile del campo, Rudolf Hess

Auschwitz II, campo di Birkenau

Il campo di Auschwitz Il campo di Auschwitz

Il campo di sterminio oggi e nei progetti originali

Il campo di Auschwitz La ferrovia arriva direttamente nel campo di Auschwitz

Auschwitz III, campo di Monovitz

«La Buna [la fabbrica chimica Farben in cui lavorò Primo Levi] è essenzialmente opaca e grigia. Questo sterminato intrico di ferro, di cemento, di fango e di fumo è la negazione della bellezza. […] La Buna è grande come una città; vi lavorano, oltre ai dirigenti e ai tecnici tedeschi, quarantamila stranieri, e vi si parlano quindici o venti linguaggi».

(Da PRIMO LEVI, Se questo è un uomo, Torino, Einaudi, 1968, pp. 89-90).

La Buna La Buna
Se hai la fortuna di trovare accanto a te qualcuno con cui hai una lingua comune, buon per te, potrai scambiare le tue impressioni, consigliarti con lui, sfogarti; se non trovi nessuno, la lingua ti si secca in pochi giorni, e con la lingua il pensiero.

[PRIMO LEVI, I sommersi e i salvati, Torino, Einaudi, 1987, p. 72]

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