Spazioprever lezioni in rete - I.I.S. "A. Prever" Pinerolo
(p. 415-6)
La poesia, tratta da Ossi di seppia, riproduce il senso di vacuità, di transitorietà della vita umana, paragonata ad un lungo viaggio compiuto di fianco ad un muro che non si può scavalcare a causa dei cocci di bottiglia che sono stati collocati alla sua sommità (gli ossi delle seppie sono molto fragili, metafora della vita umana, che si può distruggere in qualsiasi momento). L’uso dell’infinito abolisce l’indicazione del singolo: questo è il destino comune a tutta l’umanità, non di qualcuno, sembra dire il poeta.
Siamo nel paesaggio, amatissimo, della Liguria di ponente (il poeta aveva casa a Monterosso), nel calore dell’estate. Si trascorre il pomeriggio pallidi per l’afa e assorti per ascoltare e vedere tutto quello che capita nella natura. Ci si trova di fianco ad un muro di un orto (forse un terrazzamento) e si ascoltano tra i prugni e le sterpaglie i suoni dei merli e il fruscio delle bisce.
Nelle crepe del terreno arso dal sole o sui fili d’erba si vedono le formiche rosse che vanno e vengono, intrecciandosi tra loro quando si arrampicano sulle sommità dei loro nidi (le biche sono i mucchietti di terra che costituiscono l’ingresso).
Si guarda attraverso i rami della flora mediterranea lo spicchio di mare in lontananza occultato dagli alberi, mentre si ascoltano le cicale - ricordate La pioggia nel pineto? Omaggio antidannunziano di Montale - frinire dalla sommità delle colline spoglie.
E mentre si cammina abbagliati dal sole (metafora della finta sicurezza degli uomini, tutta basata su cose materiali che non dureranno in eterno), si avverte con triste meraviglia come sia fatta la vita e tutto il dolore che essa porta con sé mentre si fiancheggia un muro che, alla sommità, ha cocci di bottiglia che lo rendono impossibile da scavalcare.
Montale sembra dirci che solo al di là del muro l’uomo troverebbe il vero perché della sua vita. Ma non può vedere che cosa ci sia oltre, non può saltare il muro a causa dei vetri. Deve allora stare al di qua, accontentandosi di una realtà fittizia, verosimile ma non vera, basata sulle cose materiali che si toccano con mano, senza poter comunicare a nessuno questo disagio esistenziale. Montale usa in questa poesia la tecnica (inventata dal grande poeta inglese Thomas Stearns Eliot) del CORRELATIVO OGGETTIVO, un oggetto comune (il muro, ad esempio) che rimanda ad una realtà astratta (muro con cocci aguzzi= ostacolo che non permette di vedere il fine ultimo delle vite umane).
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