Spazioprever lezioni in rete - I.I.S. "A. Prever" Pinerolo

 

Esempio di composizione saggio breve

Argomento: lavorare nella ristorazione

DOCUMENTO 1

[…] Era un bellissimo Hotel, in mezzo al verde delle montagne a 1200 metri di altezza, un Paradiso, il paesaggio era stupendo e l'aria finissima. Fu il primo impiego di questa ragazzina, a soli 15 anni. Questa ragazzina ero Io, fu così che cominciò la mia vita nella ristorazione.[…] Ogni anno il papà ci trovava qualcosa da fare durante l'estate, (per me e mia sorella) perché diceva che non voleva vederci “a zonzo” per 3 mesi! […] Al primo impatto con questo lavoro, pensai che per nessuna ragione, mai e poi mai, l'avrei fatto per il resto della mia vita come lavoro principale e avrei studiato per fare qualcosa di meno pesante e più retribuito. […] Invece è finita col diventare la mia reale professione, ed è tuttora la mia passione. […]

Quando parti con l'entusiasmo di un bambino, credi di avere il mondo stretto nel pugno di una mano e pensi che solo il tuo impegno e la tua costanza potrà fare la differenza; col passare del tempo ti accorgi che non è così, che ti svegli al mattino e sei tu messo davanti a una parte di mondo a lottare con il tuo progetto, le tue idee le tue aspettative, che ti manca una fetta di conoscenza che solo la competenza imprenditoriale può darti.[…]

Nel 1997, in un momento di crisi economica, e di stanchezza psicologica, decido di vendere la mia azienda: per 4/5 anni non ho più voluto saperne di ristoranti e commercio. In un servizio extra in un Ristorante poco lontano di casa, chiaccherando del più e del meno nel servizio, mi imbattei in un bravo ragazzo, un insegnante di scuola alberghiera[…].Questo personaggio fu in grado di cambiare la mia vita a 360° e non finirò mai di ringraziarlo...Io avevo bisogno di fare questo passaggio nella mia vita, io da titolare passare a dipendente! Non è stato un declassamento, ma si è rivelata un'istruzione e una formazione pazzesca. Tutti i muri ti cadono!

Capisci che quando ti credi già di sapere tutto e di essere il miglior cavaliere, non sei neppure salita/o sulla sella del cavallo, e allora ti ricredi. […] Ho potuto notare come le persone affrontino questo Business solo per avere un lavoro, mentre altri lo fanno fruttare come un vero Business. […]

DOCUMENTO 2

“Città bellissima, ma come si mangia male a Londra!”. Era questo, fino a qualche tempo fa, quello che ti sentivi dire da chi tornava dalla capitale britannica. Si sa, noi italiani siamo molto esigenti in fatto di buona tavola, e competere con la nostra arte culinaria non è facile. Ma Londra nell'ultimo decennio ha fatto passi da gigante e si sta scrollando di dosso l'etichetta di “città del (solo) fish & chips”, importando da ogni angolo del pianeta gli chef più quotati e diventando, paradossalmente, il luogo dove si trovano i migliori ristoranti del mondo.

La città conta più di 10.000 ristoranti con le più diverse tradizioni culinarie internazionali, che servono da mangiare ad oltre 30 milioni di turisti l'anno e i suoi 8 milioni di abitanti. Nella capitale inglese, e non solo, questa “rinascita gastronomica” ha inevitabilmente un impatto positivo per il mercato della ristorazione e del catering più in generale.

Un mondo in continuo fermento con un'enorme offerta di opportunità di impiego e di crescita professionale. Sono tanti i ragazzi che, lasciata l'Italia per i più diversi motivi, queste opportunità le hanno volute cogliere. […] Gennaro, napoletano, in Uk dal 2005 è manager nell'Hertfordshire per conto della compagnia Prezzo Plc.

Per arrivare dov'è adesso ha percorso un po' tutti i gradini della carriera lavorativa:“Sono arrivato in Inghilterra con l'intenzione di fare un'esperienza di lavoro che poi nel tempo è diventata la mia professione. Ho cominciato come cameriere in un ristorante Italiano nel Kent. Poi imparato meglio l'inglese e ho lavorato per Marks & Spencer come sales advisor in espresso bar e in fine sono approdato nella compagnia dove lavoro tutt'oggi. Ho cominciato come floor supervisor, poi sono diventato assistant manager e infine general manager. Ora gestisco all'incirca dieci ristoranti distribuiti in cinque regioni differenti dell'Inghilterra.

Anche Alex e Andrea Antonio, a Londra da 9 e 13 anni rispettivamente hanno iniziato dal basso.Oggi Alex, 36 anni, di Reggio Calabria, è manager di un ristorante italiano “Con grandi sacrifici – ci racconta – nel giro di pochi anni sono passato da lavapiatti, a cameriere, pizzaiolo, chef, barman, fino a diventare manager”.

Andrea Antonio, 43 anni, molisano, è chef in un ristorante messicano della City: “Sono venuto a Londra per un mese di vacanza e sono passati 13 anni. Ho cominciato lavando i piatti e frequentando una scuola serale per imparare l'inglese e prendere la qualifica di chef. Ho fatto carriera nel giro di pochi anni”.

(articolo rubrica “Speciale Professioni”)

DOCUMENTO 3

“Estate, tempo di vacanze ma anche di progetti e decisioni per tutti i giovani che, dopo l’esame di maturità, devono decidere del proprio futuro.
Il mondo della ristorazione offre interessanti opportunità: cuochi, pizzaioli, barman sono tutt’oggi professioni molto richieste, ma in tempi di crisi sono le competenze e la professionalità a fare la differenza.
Per avere successo è dunque necessario presentarsi al futuro datore di lavoro non solo con un ottimo bagaglio di conoscenze ma anche capacità operative ed esperienza. E’ importante “sapere” ma anche “saper fare” “. […]

(docente dell’Università dei sapori – Umbria)

DOCUMENTO 4

Un lavoro per iniziare nella ristorazione: chi è e cosa fa il commis di sala

Chi inizia a lavorare nel settore della ristorazione spesso si sentirà spesso dire: "Inizierai come commis di sala".

Nello specifico ci rivolgiamo a tutti gli studenti dei vari Istituti Alberghieri che cercano lavoro nel periodo estivo.Questa mansione è percepita in maniera spesso distorta, in quanto viene spesso snobbata e non se ne apprezza il valore reale: il commis di sala è fondamentale nel team che si occupa di ristorazione e dà delle ottime basi per iniziare una interessante carriera.

Scendiamo nello specifico e vediamo nel dettaglio cosa fa e di cosa si occupa il commis di sala. La figura ha il compito di preparare i tavoli, aiutare a riordinare tutta la mise en place del ristorante e supportare lo Chef de Rang per la preparazione quotidiana della sala.

Durante il servizio, il commis di sala fa la spola avanti e indietro per portare i piatti che escono dalla cucina, appoggiandoli sui tavoli oppure su un gueridon in attesa che vengano sporzionati.

I commis di sala curano la pulizia delle attrezzature, l’assetto e la dotazione dei tavoli secondo le direttive e le usanze dell’impresa in cui lavora.
Quando è assente il capo cameriere, accoglie e riceve il cliente accompagnandolo al tavolo prescelto. Uno dei compiti a lui assegnati è anche prelevare le pietanze dal banco buffet.

A volte si può anche occupare di eseguire le operazioni del conto del cliente e di riscossione dei corrispettivi, altrimenti consegnare all’addetto preposto le ordinazioni effettuate.

Quando il ristorante è inserito all’interno di un hotel, il commis di sala si occupa anche del servizio delle prime colazioni (sia in sala che in camera) e svolge una parte del lavoro del barista (quando non presente) preparando caffè e cappuccini. Ai commis più esperti viene anche assegnato il compito di ottimizzare i flussi di entrata delle ordinazioni nella cucina e la loro uscita in modo che si garantisca un servizio ai tavoli il più possibile fluido e scorrevole.

Rivolgendoci a coloro che stanno affrontando o affronteranno a breve le loro esperienze lavorative, è importante sottolineare che avere una forte attitudine all’apprendimento e un atteggiamento positivo significa dimostrare di avere una marcia in più per riuscire ad ottenere eccellenti risultati.

DOCUMENTO 5

Gran fermento al Simposio della Confraternita di Valdobbiadene, svoltosi a Villa dei Cedri e incentrato su una tematica intorno alla quale è sempre più necessario riflettere e ipotizzare percorsi di cambiamento pratici: "il futuro della ristorazione: cosa bolle in pentola?" è infatti la domanda a cui hanno provato a rispondere i big dell’enogastronomia italiana, coinvolti in un acceso dibattito servito non solo a portare alla luce le criticità, le risorse e le possibili aree di intervento, ma anche e soprattutto a ragionare in termini empirici sul cosa fare, come, e da parte di chi.

Protagonisti della discussione: il Direttore della Guide Michelin Fausto Arrighi, delle Guide de l’Espresso Enzo Vizzari e Alessandro Regoli, Direttore di Wine News insieme agli chef stellati Claudio Sadler del Ristorante Sadler di Milano, 2 stelle Michelin, e Giancarlo Morelli dell’Osteria del Pomiroeu di Seregno, 1 stella Michelin, moderati da Davide Di Corato, direttore della rivista Chef.

A muovere le considerazioni, una riflessione di Davide Di Corato, che suona sia come affermazione provocatoria che come interrogativo da porsi al giorno d’oggi: la ristorazione è moda.

Cosa significa? […]Cliente e ristoratore sono i due attori principali, ma il cui ruolo deve essere chiarito: il primo ha nuove necessità ed esigenze, al quale il secondo deve adeguarsi senza compromettere la qualità dell’offerta, e ricordando, o meglio, capendo fino in fondo, che essere ristoratore vuol dire, per definizione, gestire un’impresa, con programmi da costruire, obiettivi da perseguire, risorse e criticità da capire.

Anche se ciò significa mettere in discussione alcune abitudini consolidate per ricercare nuove formule imprenditoriali.

Fausto Arrighi afferma: I ristoratori hanno la responsabilità di creare una continuità, dettata da alta qualità, ricerca dei prodotti, impegno. […]

La conclusione che sintetizza tutti i punti di vista è espressa da Morelli, con un’invocazione a qualcosa che dovrebbe essere scontato ma non è: “I ristoratori devono imparare a trasformarsi in veri e propri imprenditori, anche per salvaguardare i posti di lavoro”.

News Catering, Giornale della ristorazione e dei consumi fuori casa, articolo di Alessandra Colatelli

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