Spazioprever lezioni in rete - I.I.S. "A. Prever" Pinerolo
Appunti per una definizione del quadro storico europeo del tardo Ottocento, con stimoli interattivi alla letteratura, all’arte figurativa ed alla musica di quell’epoca
Collegamenti esterni:
Petr Il’ic Cajkovskij, Il lago dei cigni (balletto, 1875-76,
Musica
Modest Mussorgskij biografia
Boris Godunov opera lirica incompiuta, 1869-1872
Paese più esteso d’Europa, la Russia era uscita nel 1861 dall’ormai medievale legislazione che permetteva la servitù della gleba. Il radicamento di movimenti di natura socialista-idealista (tra cui quelli in cui era stato coinvolto anche Feodor Dostoevskij ebbe come massimo risultato l’assassinio dello Zar Alessandro II, 1855-1881).
Ciò però non cambiò di molto la situazione socio-politica del paese: il successore Alessandro III, al governo sino al 1894 e il successore Nicola II eliminarono dal loro programma tutte le riforme sociali ed economiche (soprattutto smisero di attirare capitali dall’estero) per preservare l’autentica anima del popolo russo (iniziando violente campagne contro stranieri ed ebrei: cfr. i Protocolli dei Savi di Sion, creazione dei servizi segreti russi di un documento falso – nel 1903 - che sosteneva la necessità, per gli ebrei, di mettere le mani sul mondo, attraverso il controllo dell’economia e della finanza).
L’unico progresso si conseguì in campo industriale con l’azione del ministro delle finanze Sergej Vitte (1890-1905) che permise lo sviluppo di industrie tessili a Mosca, metallurgiche a San Pietroburgo e meccaniche a Baku (Georgia).
Vitte faceva parte del partito Cadetto (di area alto borghese, che premeva per la concessione di una costituzione)
Questo stato di fatto fece sorgere movimenti contadini non autorizzati e portò alla fondazione, nel 1900, del partito socialista rivoluzionario, nel quale stava iniziando a muovere i primi passi pubblici Nikolaj Lenin, artefice della rivoluzione d’ottobre del 1917.
In questo periodo i socialisti si divisero in due gruppi interni al partito: Bolscevichi e Menscevichi.
I primi rappresentavano la maggioranza volevano ottenere la rivoluzione di popolo in grado, secondo Marx, di capovolgere lo stato e di estromettere la borghesia e lo zar dal controllo statale (in Europa occidentale vengono chiamati rivoluzionari); i secondi (che rappresentavano la minoranza all’interno del partito socialista) intendevano attendere il pieno sviluppo dell’industria e della borghesia in Russia prima di attuare il programma socialista (in Europa occidentale questi sono chiamati riformisti).
La politicizzazione degli operai e dei contadini portò, nel 1905, a una rivolta armata contro lo zar (dopo la tremenda sconfitta della Russia nella guerra contro il Giappone, 1904-5 [inserisci foto 12-13]), che dovette concedere al popolo la creazione di un’istituzione in cui esso venisse rappresentato (un parlamento definito in russo Duma, che però ebbe poteri solo di facciata).
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