Spazioprever lezioni in rete - I.I.S. "A. Prever" Pinerolo

 

Pirandello

La dura vita a Roma

Sette o otto anni di collaborazione non pagata. Angiolo fa avere all’amico 100 lire che Pirandello, riconoscente, accetta. E da quel momento la sua collaborazione verrà retribuita: 25 lire, poi 30 lire ogni novella (in quegli anni Capuana ne riceveva, dalla «Riviera ligure», 50, il doppio di Pirandello).

Intanto Giovanni Cena lo impegna, dietro il pagamento di un anticipo di 1000 lire a scrivere un romanzo che avrebbe dovuto uscire a puntate sulla «Nuova Antologia»: Pirandello accetta, pur non avendo ancora nessuna idea.
La proposta dell’amico Cena era un modo come un altro per aiutare l’amico in difficoltà? Sta di fatto che, in questa triste situazione, vegliando la moglie malata, nasce un romanzo che contiene numerosi spunti autobiografici sparsi sia nelle vicende che nella caratterizzazione dei personaggi, Il fu Mattia Pascal, che viene pubblicato nei fascicoli di aprile, maggio e giugno del 1904 e poi in volume: è il suo primo vero successo non solo in Italia ma anche all’estero, caso singolare per un autore italiano.

Nel 1910 con poche varianti viene pubblicato in una seconda edizione nella collana “Biblioteca amena” da Treves e nel 1918 in una terza edizione con numerose varianti; nel 1921 abbiamo l’edizione praticamente definitiva con la casa editrice Bemporad di Firenze (dopo aver lasciato la Treves): è in questa quarta edizione, che lo leggiamo oggi, arricchita da qualche variante e soprattutto dall’appendice Avvertenza sugli scrupoli della fantasia, che accompagnerà sempre le successive edizioni.

Già contestualmente alla pubblicazione sulla rivista il romanzo viene tradotto in francese (ma vicende editoriali ne ritarderanno la pubblicazione al 1910) e appena concluso viene tradotto in tedesco (uscirà prima in Austria nel 1905); nel 1923 verrà tradotto in inglese e pubblicato contemporaneamente sia a Londra che a New York.
Il grande successo (quattro edizioni e numerose ristampe in pochi anni) gli permette di entrare a far parte della più importante casa editrice del tempo, quella dei fratelli Treves, dal 1906.

Pirandello Luigi Pirandello

Il romanzo si impone alla critica e all’attenzione dei lettori per il suo taglio antinaturalistico e segna la svolta definitiva della sua esistenza di scrittore, se così possiamo dire, nel senso che da questo momento in poi l’obiettivo vero della sua vita diventa l’arte: di ben pochi scrittori possiamo annotare una così completa dedizione all’arte della rappresentazione letteraria, sia essa narrativa o teatro poco importa: anzi, narrativa e teatro risulteranno intimamente legati tanto che possiamo parlare tranquillamente di una rappresentazione teatrale dei personaggi delle novelle e dei romanzi, a cominciare appunto da quel Marcantonio Ravì protagonista de Il turno che rappresenta la sua parte davanti al paese intero, che diventa il grande palcoscenico della vicenda e che a noi ricorda tanto come prosecuzione della vicenda il dramma Pensaci, Giacomino!.

Sono anni di intenso e quotidiano lavoro: nel 1908 pubblica un volume di saggi dal titolo Arte e scienza e l’importantissimo saggio L’umorismo, che contiene una forte vena polemica con parte della cultura ufficiale, e soprattutto con Benedetto Croce col quale si innesta una diatriba che sarà lunga e spesso anche velenosa; l’anno seguente viene pubblicato a puntate la prima parte del romanzo I vecchi e i giovani, che riportando gli avvenimenti del 1893-1894 ripercorre la storia del fallimento e della repressione dei Fasci siciliani.
Nel romanzo sono adombrate le figure del padre Stefano (Stefano Auriti) e della madre Caterina (Caterina Laurentano), come lo scrittore stesso scriverà ai genitori.

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