Spazioprever lezioni in rete - I.I.S. "A. Prever" Pinerolo

 

Giuseppe Ungaretti (1888-1970)

 

Giuseppe Ungaretti: Copertina de 'il porto sepolto' Il porto sepolto

Le poesie de “Il porto sepolto” (1916)

Il porto sepolto

(p. 372)

La poesia, la seconda della raccolta originale, trae il proprio titolo da un’esperienza di vita di Ungaretti. L’incontro con due giovani ingegneri francesi, i fratelli Thuile, che introducono il poeta alla storia di un porto antichissimo, sepolto, di epoca pre tolemaica: quello di Alessandria d’Egitto (località in cui Ungaretti era vissuto da bambino e adolescente). Ciò suscita in lui un’immediata analogia: il porto sepolto di Alessandria corrisponde al luogo interiore in cui confluisce ogni segreto indecifrabile delle nostre esistenze.

Per riuscire a scoprire questo segreto, il poeta non può far altro che mettersi la muta da palombaro e scendere dentro sé stesso, come gli archeologi in fondo al mare, per scandagliare il proprio io, tornando al momento pre natale (in questo caso l’acqua è simbolo della placenta materna).

Il poeta diventa così un nuovo Orfeo, mitica figura di cantore e poeta che era riuscito a commuovere gli dei degli inferi e a farsi restituire Euridice, sua giovanissima sposa da poco defunta. Fare poesia significa così tirare fuori le parole dagli abissi, portarle alla luce e disperderle nel mondo, affinché vivano di vita propria. Al poeta, di questa complessa operazione, non resterà altro che “il nulla”, fatto però di un segreto inesauribile, che lo spingerà a reimmergersi nel suo io profondo altre mille e mille volte.

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