Spazioprever lezioni in rete - I.I.S. "A. Prever" Pinerolo

 

Giuseppe Ungaretti (1888-1970)

 

Giuseppe Ungaretti Giuseppe Ungaretti

Introduzione

La raccolta ll porto sepolto uscì nel 1916. In seguito, le sue poesie vennero raccolte all’interno della raccolta Allegria di naufragi (risalente al 1919) e nell’edizione complessiva e definitiva, conosciuta con il titolo di L’allegria (stampata nel 1931 e poi revisionata nel 1942).

In questa raccolta poetica, Ungaretti applica molte tecniche già adoperate in precedenza da altri poeti: il verso libero (D’Annunzio in Alcyone, 1904; Lucini), le parole in libertà (sancite dal Manifesto del Futurismo di Filippo Tommaso Marinetti). Ungaretti però, fa di più: intensifica le analogie, privilegia le intuizioni del lettore, isola le parole, addirittura le sillabe, e le lascia vibrare nel vuoto metrico di un verso sovente brevissimo (può bastare una sola parola), utilizzando sovente allitterazioni e consonanze; abolisce poi la punteggiatura per favorire l’accostamento di termini particolarmente evocativi.

Nella successiva raccolta, Il sentimento del tempo (del 1933), Ungaretti lascerà dietro di sé questi sperimentalismi derivanti dalle frequentazioni delle avanguardie letterarie, artistiche e musicali parigine (il simbolismo, Picasso, Braque, Apollinaire), per tornare ad utilizzare l’endecasillabo e a riscoprire gli autori classici italiani (tra i quali Leopardi, Petrarca, Dante e Tasso). In questo caso, il sentimento del tempo che scorre ricorda tanto la dolorosa nullità dell’esistenza (come insegnava Leopardi) quanto il legame con il passato, con le maggiori glorie della poesia nazionale.

Giuseppe Ungaretti Giuseppe UNgaretti

Tra le raccolte successive, che confluiranno tutte nel volume intitolato Vita di un uomo (1969), è bene ricordare, del 1947, Il dolore, una delle più commoventi e struggenti, scritta negli anni d’esilio in Brasile, dopo la morte del figlio Antonietto per appendicectomia. In questo testo, Ungaretti deplora la strage causata dalla Seconda guerra mondiale, fonte di irrimediabili lutti per tutta l’umanità. Ancora una volta, la parola è fondativa del verso del poeta: è secca, essenziale, pur all’interno di forme metriche legate alla tradizione.

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