Spazioprever lezioni in rete - I.I.S. "A. Prever" Pinerolo
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La comunicazione interpersonale sembra qualcosa di banale, familiare. Qualcosa che tutti sanno fare, che si fa quotidianamente, che non necessita di essere esplorata… In realtà nasconde una struttura ben più complessa.
Secondo gli assiomi della comunicazione elaborati dalla Scuola di Palo Alto (California ), in una comunicazione sono sempre presenti degli elementi. Essi sono 5 e sono:
Fatte queste doverose precisazioni e analizzando più in profondità la comunicazione, possiamo sostenere che:
A differenza delle specie animali, la comunicazione per l’uomo non ha solo funzioni di significazione, trasmissione di informazioni, connettivo dei legami sociali, ma è fondamentale perché fonda e esprime l’identità personale e la rete di relazioni in cui è immerso.
Attraverso la comunicazione è possibile presentare, definire e mostrare sé stessi, comunicare il legame e
la relazione che lega insieme le persone.
Questa definizione di sé, dell’altro e della relazione attraverso la comunicazione è continua e reciproca.
La relazione è un sistema dove i comportamenti sono circolari: è impossibile stabilire la causa o l’effetto,
ciò che viene prima o dopo: ogni comportamento comunicativo è insieme, azione e risposta a un altro
comportamento.
La comunicazione comprende il linguaggio, ma non si riduce ad esso.
È importante rammentare che il verbale (il linguaggio, le parole, il contenuto) rappresenta solo il 7% della comunicazione. Se comunicando noi utilizzassimo solo il livello verbale, rischieremmo che le persone afferrino solo una percentuale minima di ciò che abbiamo detto.
Invece il 38% della comunicazione passa attraverso il canale paraverbale: tono della voce, timbro, ritmo, inflessione, volume, pause, velocità…
Se vogliamo farci capire, è importante alternare il tono della voce in base a ciò che stiamo esprimendo (altrimenti, nella migliore delle ipotesi, rischiamo la noia, se non l’addormentamento dell’interlocutore), utilizzare metafore, esempi… le persone recepiscono più da una breve esperienza raccontata brevemente con enfasi e piena di sensazioni, che da una relazione di ore esposta con tono lineare.
Infine, ben il 55% della comunicazione passa attraverso il canale non verbale, chiamato anche linguaggio del corpo: comprende i movimenti del corpo, del volto, degli occhi, l’atteggiamento, la prossemica, l’aspetto, la postura.
I gesti che effettuiamo comunicando possono rappresentare:
Quando comunicate, guardate l’interlocutore, muovetevi nello spazio, muovete le mani, usatele per accompagnare passaggi importanti di ciò che state comunicando.
Nella comunicazione la gestualità ha un ruolo importante, può rappresentare: un rinforzo, un’involontaria smentita, una fonte di feedback.
Una comunicazione efficace è una comunicazione nella quale tutti e tre i livelli sono coinvolti e sono coerenti tra loro. Per comunicare a 360° dobbiamo toccare tutti i sensi, attraverso tutti e tre i canali d’accesso: auditivo, cinestesico, visivo.
Cosa succede se i diversi livelli di comunicazione inviano messaggi incongruenti?
A volte verbale e non verbale inviano segnali antagonisti. Ciò può essere del tutto fisiologico e innocuo: pensiamo ai convenevoli, ma a volte può sfociare in vere patologie relazionali.
Teniamo presente che il canale non verbale non permette di mentire: il controllo che abbiamo su di esso è modesto (a parte per attori, o politici, o chi ha fatto un lavoro per la consapevolezza e il controllo del proprio linguaggio del corpo).
Il silenzio è assenza di parole, ma è un modo strategico di comunicare, il suo significato varia con le situazioni, le relazioni e la cultura di riferimento.
È ambiguo, perché può essere indizio di ottimo rapporto e di una comunicazione intensa, oppure di pessima relazione e di una comunicazione deteriorata.
Possiamo distinguere:
Una comunicazione è efficace se i tre livelli (verbale, paraverbale, non verbale) sono congruenti, una comunicazione efficace serve per entrare in contatto con l’altro, dare e ottenere fiducia, affermare, tranquillizzare, coinvolgere, affascinare, ottenere consenso…
Le parole chiave di una comunicazione efficace sono:
A questo punto è utile accennare alla comunicazione assertiva: è quella competenza relazionale che permette di riconoscere le proprie emozioni, i propri bisogni e le proprie opinioni e di comunicarli agli altri nel rispetto reciproco, e di impegnarsi a risolvere positivamente le situazioni e i problemi.
Tale modo di comunicare nasce dall’armonia tra abilità sociali, emozioni e razionalità: chi è assertivo sa esprimere in modo chiaro e efficace emozioni, sentimenti, esigenze e convinzioni, sa esprimere e difendere il proprio punto di vista, con calma e pacatezza, riducendo ansia e aggressività, sempre recependo l’espressione delle posizioni altrui.
Obiettivo della comunicazione assertiva è la capacità di ridurre le proprie componenti aggressive e passive. Chi ha uno stile comunicativo aggressivo impone i suoi diritti violando quelli altrui e suscita così sentimenti di offesa e umiliazione nell’altro. Chi ha uno stile comunicativo passivo, tende invece a non esprimere i propri sentimenti e desideri, a subire tacitamente prevaricazioni e richieste irragionevoli.
Quindi spesso ciò che sarebbe auspicabile fare è metacomunicare (cioè comunicare sugli aspetti della comunicazione stessa) per chiarire malintesi o chiedere precisazioni, esplicitare intenzioni, esprimere sentimenti (ad esempio: invece di fare ipotesi su “cosa avrà voluto dire…”, semplicemente chiederlo!), ciò affinchè la comunicazione sia arricchente e costruttiva, funzionale al benessere psicologico degli individui.
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