Spazioprever lezioni in rete - I.I.S. "A. Prever" Pinerolo

 

Le Acquaviti

 

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Il bere non ragionato, non è il nostro scopo. Chi beve con questo obiettivo deve sentirsi responsabile delle proprie azioni.

Brandy

Brandy è un distillato di vino, ma non qualifica una provenienza geografica precisa.

alambicchi Alambicchi per la distillazione

Il nome brandy deriva dalla contrazione di branntwein, o "vino bruciato", termine originario con cui si definiva il prodotto ottenuto dalla pratica di distillare o "bruciare" il vino.

Il regolamento (CE) N. 110/2008, stabilisce che il brandy o Weinbrand è la bevanda spiritosa:

  • ottenuta da acquaviti di vino, con aggiunta o meno di distillato di vino distillato a meno di 94,8 % vol., a condizione che tale distillato non superi il limite massimo di 50 % del tenore alcolico del prodotto finito;
  • invecchiata in recipienti di quercia per almeno un anno o per almeno sei mesi se la capacità dei recipienti di quercia è inferiore a 1000 l;
  • con un tenore di sostanze volatili pari o superiore a 125 g/hl di alcole a 100 % vol., provenienti esclusivamente dalla distillazione o dalla ridistillazione delle materie prime utilizzate;
  • con un tenore massimo di metanolo di 200 g/hl di alcole a 100 % vol.;

Caratteristiche del brandy:

  1. il titolo alcolometrico volumico minimo del brandy o Weinbrand è di 36 % vol.;
  2. non deve esservi aggiunta di alcole di cui all’allegato I, punto 5, diluito o non diluito;
  3. il brandy o Weinbrand non è aromatizzato. Ciò non esclude i metodi di produzione tradizionali;
  4. il brandy o Weinbrand può contenere caramello aggiunto solo come colorante.

alambicco mobile per acquaviti di vino Alambicco mobile per acquaviti di vino in uso fine '800 inizio '900.

Denominazione

Acquavite di vino, distillato di vino, brandy e arzente, sono denominazioni che la legge riserva al distillato prodotto con vini sani di qualsiasi gradazione e che non abbiano un'acidità volatile superiore al doppio di quella legalmente ammessa per i vini al consumo.
I vini da distillare provengono da tutta Italia, ma soprattutto da Sicilia, Puglie, Lazio, Romagna, Toscana, Veneto, Piemonte.

La denominazione “brandy italiano” è riservata all’acquavite ottenuta dalla distillazione di vino proveniente da uve coltivate e vinificate nel territorio nazionale e invecchiata almeno dodici mesi in magazzini ubicati nel territorio nazionale, soggetti al regime di deposito fiscale, in recipienti di quercia non verniciati né rivestiti.

Vitigni

I vitigni più indicati per la produzione del vino da distillare sono il Trebbiano bianco della Romagna, della Toscana e di Aprilia e l'Asprigno del Veneto e del casertano.

Per ottenere il brandy, la distillazione può avvenire sia in continuo, nelle colonne, sia con alambicco discontinuo.
Al termine della distillazione, il distillato, ad una gradazione alcolica di 80% vol circa, è posto in botti di rovere.

barrique per l'invecchiamento delle acquaviti Barrique per l'invecchiamento delle acquaviti.

Durante l'invecchiamento nei fusti di rovere, il brandy acquista aroma, assume un gusto particolarmente morbido e rotondo e un colore ambrato.

Invecchiamento

Per avere diritto alla denominazione brandy, l'invecchiamento minimo è di un anno, quello medio è di tre anni. Per invecchiamenti superiori ai tre anni le ditte produttrici possono richiedere il rilascio di una dichiarazione da apporre come controetichetta.

Il brandy, come tutte le acquaviti, termina l'invecchiamento all'uscita dalle botti. Completato l'invecchiamento si procede al taglio delle diverse partite e alla riduzione del grado alcolico.

Il taglio, o coupage, è fatto attraverso la miscelazione di brandy provenienti da distillazioni e annate differenti, allo scopo di ottenere nel tempo distillati dalle caratteristiche simili e costanti. Sarà l'acquavite più giovane a definire l'età del brandy.

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