Spazioprever lezioni in rete - I.I.S. "A. Prever" Pinerolo
Il bere non ragionato, non è il nostro scopo. Chi beve con questo obiettivo deve sentirsi responsabile delle proprie azioni.
Il regolamento (CE) N. 110/2008, stabilisce che il rum è la bevanda spiritosa ottenuta mediante fermentazione alcolica e distillazione di melasse o sciroppi provenienti dalla fabbricazione dello zucchero di canna, oppure di succo della canna da zucchero, e distillata a meno di 96 % vol., cosicché il prodotto della distillazione presenti in modo percettibile le caratteristiche organolettiche specifiche del rum.
Oppure può essere la bevanda spiritosa ottenuta esclusivamente mediante fermentazione alcolica e distillazione di succo di canna da zucchero che presenta le caratteristiche aromatiche cui i rum devono il loro carattere specifico e avente un tenore di sostanze volatili pari o superiore a 225 g/hl di alcole a 100 % vol. Questa bevanda spiritosa può essere commercializzata con la parola "agricolo" che qualifica la denominazione di vendita "rum" accompagnata da una delle indicazioni geografiche dei dipartimenti francesi d’oltremare e della regione autonoma di Madera.
Caratteristiche del rum:
L’uso del termine " traditionnel" non osta all’impiego dei termini «ottenuto dalla fabbricazione dello zucchero» o «agricolo», che possono essere aggiunti alla denominazione di vendita «rum» e alle indicazioni geografiche.
L'acquavite, per essere chiamata rum, deve stagionare ed affinare in fusti di rovere per alcuni mesi o per anni. Sarà il legno a dare al rum il colore paglierino o giallo oro e ad arricchirlo di aromi tipici. L'affinamento dei rum che devono rimanere incolore, avviene in recipienti d'acciaio per periodi variabili da alcuni mesi ad un anno.
Per ottenere le tonalità di colore dall'ambrato al marrone scuro, tipiche d'alcuni rum, si ricorre all'aggiunta, in diverse percentuali, di caramello o di zucchero abbrustolito. I rum sono commercializzati ad una gradazione alcolica compresa tra 37,5 e 40% volume, per arrivare ai 70° di alcuni rum tradizionali.
Tra le sei specie di canna da zucchero esistenti, quella maggiormente utilizzata per la produzione di zucchero è la Saccharum Officinarum. La canna da zucchero Saccharum Officinarum, detta anche "canna nobile", è una pianta con uno stelo dalla polpa tenera, dolce e succosa. Lo stelo può avere uno spessore di cinque centimetri e un'altezza, quando la pianta è matura, variabile da tre a quattro metri e mezzo. La canna dovrà essere tagliata nel momento della sua massima maturazione, così da impedire la perdita di succo e la diminuzione del grado zuccherino. Il succo o vesou, dal tipico colore giallo, è estratto subito dopo il taglio.
Per estrarre il succo si ricorrere a diversi modi: la pianta viene prima tritata, poi può essere macinata, spremuta, pestata, o immersa in un liquido che è riscaldato. Questo liquido, che si riscalda, contiene sempre più saccarosio e intanto che l'operazione procede, si ottiene una crescente concentrazione del liquido dovuta alla continua evaporazione, causata dal costante riscaldamento. É attraverso la concentrazione del liquido che si formano i cristalli.
Il processo di cristallizzazione si completa durante il raffreddamento del liquido ipersaturo contenente saccarosio liquido.
Durante le fasi di riscaldamento e raffreddamento, il succo non si trasforma completamente in zucchero grezzo, ma rimane un residuo semiliquido marrone e sciropposo che non può essere cristallizzato, questo residuo è la melassa.
Il variare del processo di raffinazione porta differenze notevoli nei prodotti finali, non solo per gli zuccheri, che possono essere più o meno scuri, ma anche per le bevande alcoliche che ne derivano. Dalla melassa, prima di procedere alla sua distillazione, è necessario ottenere un fermentato alcolico.
La fermentazione della melassa è resa difficile dal suo elevato contenuto zuccherino, perciò, per far si che possa fermentare, è necessario diluirla con acqua. Dopo la diluizione si aggiungono al mosto gli lieviti e due componenti aromatici fondamentali per il gusto del rum, lo skimming e il dunder.
Lo skimming è la schiuma che si forma durante la bollitura della canna da zucchero; il dunder è il residuo delle fermentazioni precedenti, ricco di lieviti e acidi. A questo punto per alcuni tipi di rum possono essere aggiunti altri aromatizzanti come spezie, uvetta, ananas, vaniglia.
La fermentazione procede velocemente e può terminare entro 48 ore o al massimo dopo dodici giorni. In seguito a fermentazione si ottiene un "vino" di circa 9° da sottoporre a distillazione, questa può seguire il metodo tradizionale discontinuo, o il sistema industriale a colonna. Attraverso il primo metodo si ottengono rum più carichi d'aroma, come i rhum agricoli di Martinica, Guadalupe, i rhum di Haiti, e i rum più tipici della Giamaica. Con il metodo industriale a colonna si producono rum dal gusto e aroma più neutri, quali i ron cubani e portoricani, detti anche light rum, e i common clean giamaicani.
Il rum, anche se la tradizione lo vuole legato ai Caraibi, si può distillare ovunque nel mondo si produca canna da zucchero, quindi è un distillato le cui varietà sono numerosissime e molto diverse tra loro. Per semplificare questa grande diversità, il rum è suddiviso per tipologie secondo l'area di produzione e per affinità nei metodi di fermentazione e distillazione.
La differenza principale tra i rum, è quella che li distingue in rum industriali" e "rum agricoli".
I rum industriali sono prodotti dalla distillazione in continuo della melassa, mentre i rum agricoli, o vesou rum, sono distillati in alambicchi discontinui direttamente dal succo della canna da zucchero. Dopo questa primaria suddivisione, si riconoscono quattro tipi principali di rum:
Questa quarta categoria è caratterizzata da una varietà notevole di rum poiché comprende quei rum provenienti dalle altre isole dei Caraibi, e in particolare dalle isole delle Piccole Antille, (Isole Vergini, Barbados, Dominica, Grenada), e i rum prodotti nella terra ferma dell'America del Sud, soprattutto nella Guyana Britannica, e in Venezuela.
Il rum dei Carabi è distinto da un marchio d’origine che ne certifica la qualità. Il marchio ACR, “Authentic Caribbean Rum” prevede tre tipologie:
Rum cubano: di tradizione spagnola il rum è qui chiamato ron. Le caratteristiche dei rum di tipologia cubana sono:
Da tutto ciò deriva l'aroma puro e leggero che contraddistingue questi rum. Il rum cubano è prodotto in tre tipologie: carta blanca o silver, carta de oro e anejo.
I ron carta blanca sono rum dal colore chiaro, gusto secco e leggero. Sono lasciati stagionare in fusti di legno per un
anno.
Al termine del periodo d'invecchiamento, e prima dell'imbottigliamento, si compie una filtrazione in modo da
eliminare ogni traccia di colore. Il ron carta de oro è poco più aromatico del carta blanca, ha almeno un anno
d'invecchiamento e un colore leggermente ambrato per l'uso del caramello.
Il tipo anejo è un rum con le stesse caratteristiche del carta de oro il cui invecchiamento dura, però, tra i quattro e gli otto anni, e a volte anche oltre.
Il termine light rum con cui spesso si definiscono i rum di stile cubano, si rifà più alla leggerezza del corpo,
dovuta alla distillazione in continuo, che al colore. Possono essere light, sia i rum incolori (carta blanca, white,
silver), sia rum invecchiati e colorati con caramello (carta de oro, amber, gold), purché distillati in continuo.
Quasi tutti i rum di stile "cubano" sono distillati a Portorico e nelle Isole Vergini.
I rum portoricani sono definiti di stile "cubano" perché quando Fidel Castro, nel 1960, rese statale la produzione del rum, i distillatori si trasferirono da Cuba a Portorico.
Su quest'isola si continuò la tradizione del rum cubano senza cambiamenti nei metodi produttivi. Per questo rum come Bacardi, Ronrico, Don Q., per citare i più famosi, sebbene prodotti a Portorico, sono definiti di stile "cubano".
Rum giamaicani: sono rum di tradizione britannica, famosi per la corposità e l'aroma intenso. Sono ottenuti dalla melassa con una fermentazione lentissima avviata con l'uso contemporaneo di lieviti selezionati e naturali.
La distillazione avviene in alambicchi discontinui ed il rum è poi invecchiato mediamente per un periodo di cinque-otto anni e a volte più a lungo. Al termine dell'invecchiamento si procede all'assemblaggio e si aggiunge caramello per ottenere la tonalità di colore desiderata. Tradizionalmente questi rum, di corpo pieno e molto aromatico, sono imbottigliati a 43°- 48°, spesso a 65,5°- 75,5°, e sono sovente utilizzati come rum da taglio per dare aroma a distillati più leggeri.
In Giamaica, oltre ai rum tradizionali, si producono rum di medio corpo, incolori o colorati con caramello. Questi sono ottenuti con due metodi: per distillazione discontinua, e chiamati con il nome di due grossi produttori del XVIII secolo, Wedderburn o Plammer; per miscelazione di rum distillati in colonna con rum distillati in alambicchi discontinui. A questi sistemi e impianti artigianali, si affiancano le distillerie industriali che producono rum più leggeri imbottigliati a 40° dal colore chiaro chiamati Common Clean.
I rum giamaicani sono White Label, con etichetta bianca, quando incolori, e Black Label, con etichetta scura, quando sono color caramello.
Martinica, Guadalupe, Haiti: le tre isole, ex colonie francesi, producono rhum molto diversi. In Martinica e Guadalupe, dal 1946 dipartimenti francesi d'oltremare, la metà del rum prodotto è distillato non dalla melassa ma direttamente dal succo della canna da zucchero. Nel processo fermentativo, soprattutto nella produzione dei rum scuri colorati con caramello, si ricorre ad abbondanti aggiunte di dunder.
Il rum martinicano è un rum A.O.C. per la sua produzione le distillerie rispettano precisi disciplinari che regolano i metodi di produzione e l'invecchiamento. Il “rhum agricole” prodotto nelle distillerie di Martinica, affinato in recipienti d'acciaio e non colorato con caramello si chiama grappe blanche.
Con il termine di grand arôme sono indicati i rum, simili ai giamaicani Wedderburn e Plammer, distillati dalla melassa con aggiunta di dunder, il cui processo fermentativo procede lentissimo e si prolunga fino a dodici giorni.
Ad Haiti si produce rhum secondo il sistema di distillazione francese in discontinuo, utilizzando gli alambicchi Charentais, quelli del cognac, che furono portati sull'isola nel corso del XVIII secolo. Il rhum haitiano è distillato dal succo di canna da zucchero. Sull'isola si trova un rhum locale frutto della prima distillazione e non raffinato che per il fatto di essere incolore prende il nome di clairin.
La quarta tipologia di rum comprende tutti i rum prodotti nelle restanti isole dei
Caraibi e quelli della terraferma sudamericana, in particolare i rum della Guyana Britannica e i ron venezuelani.
Il Demerara, prodotto nella Guyana Britannica, è il più tipico; il suo nome deriva da quello dell'omonimo fiume,
ed è prodotto per distillazione della melassa sia in continuo sia in discontinuo.
Le sue caratteristiche sono la
fermentazione che si avvia spontaneamente e si completa in meno di due giorni e il colore marrone scuro dovuto alla
forte aggiunta di caramello.
In Venezuela invece si producono rum di stile cubano.
Il rum è prodotto non solo in altre zone caraibiche come le Barbados, le Isole Vergini, o le Antille olandesi, situate di fronte alle coste del Venezuela, ma anche da molti altri Paesi, tra cui Stati Uniti, Sud Africa, Australia, ed anche alcuni Paesi asiatici, come le Filippine, producono rum.
Il rum è una bevanda che può avere aromi così leggeri da confonderlo con una vodka, oppure così raffinati e complessi da poterlo accostare ad un cognac; pertanto la scelta di come bere un rum, va fatta a seconda del tipo. Il rum chiaro, di stile cubano, è il più adatto alla miscelazione di cocktail e long drink dal sapore non troppo intenso.
I rum agricoli, dal colore chiaro, o i common clean giamaicani, più ricchi d'aroma, si prestano ad essere utilizzati nei long drink e nei cocktail dai sapori già marcati, o possono essere bevuti soli, lisci o con ghiaccio, in un tumbler oppure old fashioned.
I rum carta de oro, e i black label giamaicani, si utilizzano nella miscelazione di long drink e cocktail più
impegnativi, dove sono più abbondanti i succhi di frutta tropicali e nelle bevande calde tipo grog.
Quando sono bevuti soli, dovrebbero esserlo possibilmente senza ghiaccio.
I rum scuri agricoli della Martinica, di Guadalupe e i rum speziati della Guyana Britannica, si possono miscelare con i
succhi di frutta tropicale, ma per poterne apprezzare l'intenso aroma sarebbe meglio berli lisci.
I rum vecchi, tipo anejo, e réserve, da conversazione dovrebbero essere consumati lisci in piccoli bicchieri a calice,
e i più invecchiati in bicchiere tulipano o ballon.
Il rum è la bevanda alcolica più bevuta al mondo. La sua storia comincia agli inizi del ‘600 e presto diventa la bevanda simbolo di vite folli e sconsiderate, piene di avventura e mistero, bevuta in dosi incredibili da uomini duri e dalla dubbia fama, avventurieri pronti a tutto, pirati, corsari e marinai che in quei secoli navigavano i mari del sud…
Una delle radici da cui deriva il nome rum, il "diavolo assassino" è rum-bullion, parola inglese del gergo dei pirati dal significato di "confusione" o "fracasso". Altri sostengano che l'origine del nome rum, sia la contrazione della parola Saccharum, nome latino della canna da zucchero. La canna da zucchero fu coltivata per la prima volta in Nuova Guinea, circa 8000 anni prima di Cristo, e fu raffinata per la prima volta in India, circa duemila anni dopo, per questo il termine rum potrebbe derivare anche dal nome di una bevanda alcolica malese brum che significa "liquore di zucchero".
La canna da zucchero, in seguito alle esplorazioni, fu portata nelle isole atlantiche di Madera e delle Canarie, infine, Cristoforo Colombo la portò nel Nuovo Mondo durante il suo secondo viaggio del 1493.
La prima piantagione di canna da zucchero fu fondata dagli spagnoli a Santo Domingo, e il primo carico di zucchero partì da qua nel 1516. Per il lavoro erano utilizzati schiavi africani ai quali per sostenersi erano date razioni di zucchero, melassa e rum, e quelli che non morivano durante la traversata dell'Oceano, sopravvivevano nelle piantagioni solo per qualche anno.
Sul finire del XVII secolo, il rum non rappresentava ancora un affare commerciale, per questo nei Caraibi, dove era chiamato taffea o tafia, se ne distillavano quantità sufficienti a soddisfare i fabbisogni locali. La melassa, residuo della lavorazione della canna da zucchero, e materia prima nella produzione del rum, era portata in America settentrionale, nella colonia britannica del New England, e qui era distillata. Qualche decennio più tardi, quando il rum divenne parte di uno dei triangoli economici che permettevano il mantenimento del mercato britannico, anche le piantagioni caraibiche si dotarono di proprie distillerie.
Con gli inglesi, tra il XVII e il XVIII secolo, zucchero, melassa e rum, divennero tre dei principali prodotti economici del mondo, e il rum, ottenuto dalla melassa, divenne parte del salario dei marinai, moneta di scambio tra commercianti e i nativi del Nord America, che davano rum in cambio di pellicce, e nel traffico di schiavi, portati nei caraibi per provvedere al lavoro cui gli indios locali non potevano più far fronte perché ormai sterminati. A questo proposito Bernardin de Saint Pierre nel 1773 scriveva: «Non so se caffè e zucchero siano essenziali alla felicità dell'Europa, so però bene che questi due prodotti hanno avuto molta importanza per l'infelicità di due grandi regioni del mondo: l'America fu spopolata in modo da avere terra libera per piantarli; l'Africa fu spopolata per avere le braccia necessarie alla loro coltivazione».
Con il prosperare del mercato di zucchero, melassa e rum, i piantatori delle colonie, e tutti quelli in qualche modo interessati a tale traffico, banchieri, commercianti, trasportatori, ecc, divennero una classe sociale così potente, da poter influenzare le scelte politiche della Corona e del Parlamento Britannico, riuscendo persino a rendere istituzionale la razione quotidiana di rum, una tradizione della Marina Britannica in uso già dalla conquista della Giamaica, avvenuta nel 1655. Nel 1771 la razione quotidiana fu portata a mezza pinta di rum e solo nell'agosto del 1970 il rum fu sostituito dalla birra in lattina.
Nei Caraibi non ebbe solo inizio la storia del rum ma, molto probabilmente, anche quella dei cocktail. Molte bevande nate in queste isole, come Daiquiri, Cuba Libre, Planter's Punch, sono entrate nella storia attraverso la letteratura di scrittori e turisti, prevalentemente americani che, alla fine dell'800, arrivarono in questi Paesi attratti dal mito dei tropici. Fu il proibizionismo, in netto contrasto con i suoi intenti, a portare, prima alla definitiva affermazione del rum, anche se inizialmente questo era solo il distillato più a buon mercato da contrabbandare, poi, alla nascita del cocktail inteso come stile di bere. Questa nuova abitudine, dovuta in gran parte ai moltissimi turisti americani, che dopo il 1919 crearono il fascino e il mito dei Caraibi, con le sue bevande fatte di ghiaccio, frutta esotica, succhi tropicali e i sapori diversi dei suoi rum, si trasformò con il tempo in cultura del bere miscelato perché, una volta tornati a casa, i turisti non vollero rinunciarvi, anzi, la diffusero, con i loro viaggi, anche in Paesi lontani.
Così, i cocktail esotici, quelli nati per caso, insieme ai cocktail creati per trovare nuove emozioni, hanno trasformato in arte la pratica di mischiare, cui a volte si ricorreva anche per velare l'aroma e il sapore non sempre piacevoli degli alcolici di un tempo. Tra i tanti americani che arrivarono nei Caraibi ci fu anche Ernest Hemingway (1898-1961), uno scrittore che passò gran parte della sua vita e ambientò alcuni dei suoi lavori in questi luoghi. Hemingway si trasferì a Cuba nel 1939 e qui visse il resto della sua vita. É indubbiamente a lui, e ai personaggi dei suoi romanzi, che si deve in gran parte la diffusione dello stile di bere caraibico: grandi bicchieri, ghiaccio tritato e sapori freschi di frutta.
«Bevve un altro Daiquiri ghiacciato senza zucchero e, alzando il pesante bicchiere appannato dal freddo, vide lo strato trasparente sotto il ghiaccio tritato, e gli ricordò il mare. Il ghiaccio tritato pareva la scia di una nave e il chiarore là sotto l'onda di prua, quando si frangeva e la nave era in acque calme. Era quasi lo stesso colore».
Questa è la descrizione che Hemingway dà del Daiquiri, preparato come usano i barman cubani con rum bianco, succo di lime, zucchero e ghiaccio tritato, cocktail ormai leggendario, sopra, chiaro e schiumoso, e quasi turchese, sul fondo della coppa.
Hemingway questa bevanda andava a gustarla all'Avana, al bar La Floridita, da lui reso famoso e conosciuto nel mondo come "la cattedrale del Daiquiri", infatti era abituato a dire: “Mi mojito en la Bodeguita, mi daiquiri en el Floridita”. Il suo Daiquiri però lo consumava doppio e senza zucchero perché: "Se tu ne bevessi altrettanti con lo zucchero ti farebbero stare male". Ma il prodotto più famoso de "La Florida", era il Daiquiri Hemingway, detto Papa Doble, composto di due bicchierini e mezzo di ron Bacardi carta blanca, succo di due lime e di mezzo pompelmo e di sei gocce di Maraschino, il tutto frullato con ghiaccio tritato e servito in grandi coppe.
Anche per il Daiquiri, come per molte altre bevande, esistono diverse storie, o leggende, che ne raccontano l'origine. Pare che l'abbiano creato per caso, nel 1898, due ingegneri minerari che lavoravano in una miniera di rame a Daiquiri, paese a Sud di Santiago di Cuba. Pagliuchi e Cox, i due ingegneri, per dissetare i loro ospiti, non trovando altro nella loro cantina che rum, lime, zucchero e ghiaccio, pensarono di unire questi prodotti, e pare che fu Pagliuchi a proporre di chiamare questa miscela con il nome del paese vicino alla miniera, Daiquiri.
Le varianti più conosciute del Daiquiri sono le sue versioni alla frutta, preparate frullando, ghiaccio in scaglie, un frutto e gli ingredienti della ricetta originale. Il Pineapple Daiquiri, è preparato frullando una fetta d'ananas insieme agli ingredienti originali, ci sono poi le versioni, con la pesca e le foglie di menta, e una variante preparata con curaçao e bianco d'uovo, chiamata Ramoncita Lopez Special.
Tra le numerose varianti di daiquiri alla frutta, due sono le più conosciute, Banana Daiquiri e Strawberry Daiquiri, preparati con gli stessi ingredienti del daiquiri, ma con una mezza banana per il banana daiquiri o alcune alcune fragole per lo strawberry daiquiri.
Anche il Bacardi può essere considerato una variante del daiquiri. È preparato con rum, succo lime ma al posto dello zucchero c’è una goccia di sciroppo di granatina che gli dà un bel colore rosa tenue e per questo è conosciuto anche come “pink daiquiri”.
Nel 1936 il Tribunale Supremo dello Stato di New York, stabilì che, almeno negli Stati Uniti, per essere chiamato Bacardi cocktail, si deve usare esclusivamente Ron Bacardi.
Alcuni, al posto del succo di lime e prima di aggiungere il ghiaccio, schiacciano nel bicchiere la buccia del lime con buona parte della polpa attaccata, e la schiacciano fino a ridurla in poltiglia, quindi aggiungono il ghiaccio e gli altri ingredienti. Sembra che così sia tutta un'altra cosa! Un'altra variante alla ricetta originale consiste nell'unire alcune gocce di Angostura sulla superficie del drink.
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